Francesca Perri, medico in servizio presso il 118 di Roma e da sempre attiva in difesa di una sanità pubblica ed universale, è stata sospesa per un mese senza stipendio.
La sua colpa è stata quella di rilasciare un intervista al quotidiano “Il Tempo” nella quale si denunciavano il sottorganico e la scarsità di presidi di protezione per i lavoratori in piena emergenza Covid.
Il provvedimento disciplinare che le è stato appena erogato si basa sulla consueta vergognosa accusa: aver tenuto comportamenti lesivi dell’immagine dell’azienda.
E cosi Francesca si aggiunge agli altri lavoratori della Sanità colpiti da provvedimenti analoghi.
Un’infermiera ed un infermiere dello Spallanzani, che hanno subito 4 mesi di sospensione per una corrispondenza fatta a Radio Onda Rossa.
Un infermiere del Policlinico Umberto I° che ha subito due sospensioni (la prima di tre mesi e la seconda di 6 mesi) sempre con l’accusa di aver “leso” l’immagine dell’Azienda attraverso dichiarazioni o interviste ai mezzi di informazione.
Ultimo caso un coordinatore sanitario di Lecco che si è rifiutato di mandare allo sbaraglio i lavoratori nei reparti Covid senza le dovute misure preventive ed è stato sospeso per 6 mesi.
Questi i casi più conosciuti, ma ce ne sono molti altri di cui non si sa niente perché anche il solo fatto di renderli noti espone a vendette aziendali e ritorsioni.
Questo clima di terrore che tenta di azzittire lavoratori e lavoratrici serve serve alle Aziende sanitarie a coprire le immense responsabilità che le varie Direzioni hanno nello smantellamento della Sanità pubblica e nel peggioramento delle condizioni di lavoro, attuato in pieno accordo con i responsabili regionali della Sanità e nel più assoluto silenzio/assenso dei sindacati confederali.
Con il fiume di denaro che sta affluendo verso i pescecani della sanità privata, secondo una logica classista che ha come obiettivo quello di dare assistenza solo a chi se la può permettere, sarebbero ben altri i meritevoli di provvedimenti disciplinari e non i lavoratori che hanno il coraggio di denunciare questo stato di cose.
Primi fra tutti i Direttori delle ASL che lasciano accumulare milioni di prestazioni sanitarie non effettuate, mentre continuano ad autorizzare l’illegale pratica dell’intramoenia usata come “saltafile”.
Solidarietà a Francesca e a tutti le lavoratrici e i lavoratori colpiti dagli assurdi provvedimenti repressivi volti a intimorire chiunque voglia battersi per una sanità pubblica, gratuita e umanizzata.