Verso il terzo congresso sulla salute nell’era della sindemia

Il 6 e 7 novembre scorsi si è tenuto a Bologna il 2° congresso sulla salute. Al termine della due giorni, organizzata dall’Assemblea per la salute del territorio, è stato “passato il testimone” per l’organizzazione del 3° congresso sulla salute al Coordinamento Regionale Sanità del Lazio insieme con i Blocchi Precari Metropolitani. Ma l’intenzione è costruire il congresso insieme a tutte le realtà che nella nostra regione lottano per la salute – nei territori, nei luoghi di lavoro, nel mondo della formazione – e quindi per un servizio sanitario nazionale, pubblico, gratuito, universale e umanizzato.

Infatti, entrati nel terzo anno dell’era Covid constatiamo, con rabbia e sgomento, l’estrema precarietà in cui versa la condizione umana. La prima pandemia del XXI secolo ha squarciato il velo di ipocrisia che ci vorrebbe tutte e tutti uguali nell’affrontare dolore e sofferenza.

L’infezione da SARS Cov 2, interagendo con altre malattie non trasmissibili, prevalentemente diffuse negli strati sociali meno abbienti, ne ha esaltato gli effetti determinando quella che è stata definita come una sindemia.

Nello stesso tempo l’impatto della pandemia ha mostrato in tutta evidenza la cronica inadeguatezza delle strutture sanitarie preposte a tutela della salute pubblica, con conseguenze disastrose, massimamente concentrate sui medesimi strati sociali. Dalla lettura parallela di questi due aspetti emerge che la disuguaglianza economica, sociale, culturale e di genere, è un fattore chiave nel perseguimento del benessere fisico e mentale delle persone.

Nella costruzione di questo terzo congresso sulla salute ci sembra quindi necessario sviluppare una critica radicale allo stato di cose presenti, in cui l’elemento pandemico rappresenta, per il capitalismo, una occasione per accelerare processi di trasformazione già in atto, come nella sanità pubblica, a scapito del bene collettivo e accentuando sfruttamento ed esclusione sociale.

Questi processi sono tanto più avanzati ed evidenti nel nostro paese: il congresso dovrà essere occasione di riflessione collettiva per adeguare la nostra “cassetta degli attrezzi” a questa differente realtà che abbiamo di fronte, ma perché si possano fare progressi in questa direzione riteniamo sia importante far vivere questi temi già nel percorso di costruzione del congresso.

A partire da queste considerazioni negli incontri delle scorse settimane si è scelto di costruire un congresso che, a partire dalla centralità della crisi sanitaria che stiamo attraversando, individui i diversi ambiti e modi con cui affrontarla.

Gli argomenti, di certo, non mancano: dalla gestione della pandemia, ai vaccini; dalle mancate prestazioni sanitarie, alle carenze di personale; dalla medicina territoriale al taglio dei finanziamenti, fino al PNRR che si presenta come un gigantesco piano di trasferimento di risorse pubbliche alle imprese private, riscrivendo il “contratto sociale” in base ai canoni di una società digitale, autoritaria, profilante e classista. Ma affinché il dibattito possa progredire nel segno di una presa in carico dei compiti da svolgere, ci sembra opportuno sviluppare il tema della salute in relazione alle problematiche sociali ed ambientali che le persone vivono sul territorio e nell’attività lavorativa, sia come condizioni materiali che relazionali.

La mancanza di una abitazione, di un reddito adeguato, di un contesto relazionale accogliente; vivere in un territorio devastato dagli insediamenti produttivi, dall’inquinamento, o sommerso dai rifiuti; non avere accesso all’acqua potabile o ad adeguate strutture educative, rappresentano fattori determinanti nello sviluppo delle malattie che nessun servizio sanitario riuscirebbe a “curare”. La salute come indicatore di benessere fisico e mentale dunque, in cui la medicina è concepita come scienza sociale che, più ancora della cura del malato, è interessata a rimuovere le cause della malattia.

Pensiamo che, nel congresso, l’articolazione di questo approccio al tema della salute possa svolgersi secondo due macro aree: Salute e lavoro e Salute e territorio

Salute e lavoro”: un confronto sulla nocività del lavoro a partire dalle malattie professionali e dagli incidenti (mortali e non) e ruolo degli istituti preposti alla tutela e prevenzione (Medicina del lavoro delle ASL e Ispettorati); la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori nella sanità – con mille CCNL diversi, con innumerevoli condizioni contrattuali (dalla “finta partita IVA” alle cooperative) – per individuare terreni possibili di convergenza e mobilitazione;

Salute e territorio”: antropizzazione dei territori e patologie conseguenti da cui ricavare esigenze e indicazioni di lotta; la sanità territoriale un caposaldo del SSN ancora tutta da conquistare, il suo “appalto” alle strutture private che producono profitto e NON promuovono salute, esperienze di lotta e modi di organizzarsi.

Trasversalmente a questi aspetti, elencati sinteticamente, ci sembra necessario introdurre il tema dell’autonomia differenziata che proprio nella sanità trova una delle sue articolazioni più importanti e decisive per la salute della popolazione. L’esistenza di 21 differenti servizi sanitari è già di per sé un fattore di discriminazione e disuguaglianza tra le regioni, con particolare sofferenza per quelle meridionali, che nulla ha a che vedere con i principi fondanti della riforma sanitaria. A ciò si aggiungono i meccanismi sperequativi dei finanziamenti basati sulla spesa storica e i criteri anacronistici (e comunque mai attuati) dei LEA.

Come già detto è nostra intenzione fare in modo che la costruzione del congresso non sia un atto formale, ma un percorso di iniziative concrete che a partire dalle vertenze in atto – per la casa, per la chiusura di discariche e inceneritori, per il reddito e l’occupazione, per la riapertura di strutture sanitarie pubbliche e per un massiccio programma di assunzioni a tempo indeterminato nella sanità… – vedrà scandito il tempo che ci separa dallo svolgimento del congresso.

Per presentare il progetto è convocata una

ASSEMBLEA | PRESENTAZIONE

SABATO 5 FEBBRAIO

all’occupazione di METROPOLIZ via Prenestina 913

ORE 12:00 CONFERENZA STAMPA

per chi volesse conoscere la struttura è prevista una visita guidata alle ore 11:00

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